Acquistare Casa: Come Fare con il Saldo Prezzo?

saldo prezzo cessione del quintoAcquistare casa è l’ambizione di ogni famiglia, ma a volte questo progetto non si concretizza perché in sede di stipula viene richiesto il saldo prezzo.

Il saldo prezzo corrisponde alla differenza economica generata sottraendo al valore d’acquisto del bene, l’importo di mutuo erogato dalla banca. Ipotizzando che il sig. Mario sia interessato all’acquisto di un immobile del valore di  € 100.000,00 e per tale investimento chieda alla banca un mutuo prima casa per € 75.000,00, il saldo prezzo ammonterebbe ad € 25.000,00.

Chi richiede il saldo prezzo?
Per rientrare nella fondiarietà del mutuo, quindi per rimanere nel limite massimo dell’80% del mutuo erogato rispetto al valore dell’immobile, la Banca, in fase di istruttoria pratica, può richiedere al cliente l’evidenza del saldo prezzo, ovvero la dimostrazione dell’effettiva disponibilità di denaro utile all’acquisto del bene.

Nel caso precedentemente esposto, Mario acquista la sua prima casa per totali € 100.000,00, di cui 75.000,00 tramite mutuo prima casa e € 25.000,00 invece per disponibilità personale. La direzione, che dovrà deliberare la richiesta di mutuo prima casa di Mario, potrà richiedere fra i vari documenti utili all’istruttoria completa della pratica anche il saldo prezzo, ovvero un documento (estratto conto corrente o altro documento attendibile) che certifichi l’effettiva disponibilità economica del cliente.

Come comprare casa se non ho il saldo prezzo?
Anni fa veniva data poca importanza all’effettiva dimostrazione del saldo prezzo; in fase di istruttoria pratica la banca, avvalendosi del perito incaricato, considerava quasi esclusivamente il valore espresso nella perizia e in base a questo concedeva fino all’80%.

Per un breve periodo questo limite aveva raggiunto il 100%, controgarantendo l’eccedenza con un’adeguata copertura assicurativa.
Oggi, invece, il cliente deve dimostrare l’effettiva disponibilità di denaro, ovvero il saldo prezzo. Chi non aveva questa somma a disposizione generalmente richiedeva, parallelamente al mutuo, un prestito personale.

La richiesta di questo secondo prestito non era vista di buon occhio dalla banca in quanto, per eccessivo indebitamento del cliente, temeva l’irregolarità nei futuri pagamenti delle rate. La banca infatti, prima della stipula dell’atto di mutuo dal notaio, verificava tramite le banche dati se il cliente avesse richiesto altri finanziamenti. In caso positivo spesso l’ente erogante procedeva con l’annullamento della richiesta impedendo pertanto al cliente l’acquisto dell’immobile.

Oggi, invece, molti clienti richiedono questa liquidità tramite la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Questo prestito non viene generalmente segnalato il crif per cui la banca, pur verificando le banche dati creditizie, non avrà modo di trovare l’evidenza del nuovo prestito acceso.

La cessione del quinto è un prestito dedicato a dipendenti e pensionati, non segnalato nelle banche dati creditizie.

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